Dalla strada alla carta (e non solo)
Nella rete numerosi ed autorevoli sono i riferimenti ad autori o a testi letterari (di epoca e caratura quanto mai varia) per i quali, in qualche misura, la bicicletta rappresenta se non la protagonista o la musa ispiratrice, almeno una "presenza" significativa: da Oriani 1 a Camilleri 2 , passando per Jarry 3, Marinetti 4, Pascoli 5, Gozzano 6, D'Annunzio 7, Campana 8, Tozzi 9, Caproni 10, Betteloni 11, Bassani 12, Illich 13, Piumini 14, Delerm 15, Brizzi 16, Augé 17... E' sufficiente inserire parole-chiave come letteratura, bicicletta o ciclismo in un qualunque motore di ricerca, che si è sommersi da un profluvio di siti specializzati o generici sull'argomento. Sui rapporti tra
bici e letteratura non mancano le tesi
di laurea né gli studi approfonditi, come "La bicicletta nella
letteratura - Note in margine" (nei cui confronti questa
pagina è particolarmente debitrice) di Giovanna Bosi Maramotti o "Bicicletta: il mito e la poesia"
di Susanna Barsella (Italica, 1999) o ancora "Il
calcio e il ciclismo nella letteratura italiana del Novecento"
di AA.VV. (Manni, 2005) e perfino le attenzioni dei blogger. Per onestà occorrerebbe prendere in considerazione anche quella branca particolare della letteratura "ciclistica" o comunque sportiva rappresentata dagli articoli apparsi sui quotidiani fino al secondo dopoguerra e firmati da autentici scrittori prestati temporaneamente al giornalismo sportivo, quali Pascoli, De Amicis, Fucini, Guerrini, Panzini, Giacosa, Vergani, Comisso, Gatto, Malaparte, Buzzati, Pratolini, Soldati, Brera etc. La bicicletta,
infine, ha lasciato traccia pure nei settori più disparati: dall'arte (compresa la Mail
Art) al design finalizzato al riciclaggio di parti di
bicicletta, per finire ai movimenti di contestazione
giovanile pre-sessantottesca come quello olandese dei Provos (ciclo-contestatari
anarco-dadaisti,
in qualche misura antenati delle contemporanee CM), con le loro
biciclette bianche, alle quali peraltro si ispirò anche Guccini con il
suo brano Le biciclette bianche eseguito negli anni '60 dalla
Caselli. |
Testi e riferimenti
1 Andarsene ovunque, ad ogni momento, arrestandosi alla prima velleità di un capriccio [...] senza preoccupazioni come per un cavallo, senza servitù come in treno [...] Partire alla ventura, attendere dal capriccio l'ispirazione, essere più rapidi di un cavallo senza sentirci mai stanchi, arrestarci dappertutto, su qualunque strada, e giunti non serbare alcuna preoccupazione del viaggio compiuto e del come ricominciarlo, ecco il sogno. La bicicletta è così. La sua velocità rivaleggia con quella del vapore, mentre la sua fatica resta un giuoco: è piccola, lieve, muta. Vi si è in bilico, eppure si cessa di avvertirlo: può salire e discendere per qualunque strada, altrimenti la si piglia sotto un braccio e si prosegue egualmente spediti. Alfredo Oriani, Viaggio in bicicletta con
altri scritti di viaggio, Bologna, ed. M. Boni, 1986 2 Andrea
Camilleri ha raccontato recentemente di un suo avventuroso
viaggio in bicicletta alla ricerca del padre nella Sicilia del '43:
"Ce l'hai una bicicletta?". "Ne ho due". Una la
presi io e l'altra mio cugino Alfredo. Erano di una marca che non avevo
mai sentito nominare, ma mi diedero a prima vista un'impressione di
solidità, davano sicuro affidamento. Salutati i parenti, iniziammo il
disagiato viaggio verso Porto Empedocle. Non c'era più asfalto, se
l'erano portato via i cingoli dei carri armati e il suolo era
letteralmente coperto da frammenti metallici. Pensai che avrei forato
almeno un centinaio di volte prima di arrivare. Il viaggio si prospettò
subito irto di difficoltà perché procedevamo in senso inverso a un
flusso ininterrotto di camion, jeep e carri armati americani che spesso
e volentieri ci buttavano fuori strada. in: http://www.vigata.org/rassegna_stampa/2008/mag08.shtml
3 Di Alfred Jarry, il fondatore della patafisica, è nota la passione per la bici (definita il suo unico giocattolo e, tra l'altro, misteriosamente scomparsa nel nulla alla sua morte), che è stata recentemente oggetto di studio, tanto da dar luogo all' evento della presentazione del non-libro, dedicato appunto alla "Bicicletta patafisica".
4 La bici è poesia - I paracarri attenti cronometrizzano la corsa. Il mio corpo raccolto e compatto si geometrizza secondo i piani e le forze della bicicletta; ne vive la precisione meccanica di gambe-bielle salire scendere instancabili cocciute. (Essere una macchina precisa infallibile annusatrice predatrice di velocità, godere cantare tutto il poema nascosto nelle molecole d’acciaio), in uno scenario dove Tutte le Ombre della Notte raccolte chinate attorno a me si protendono dietro le mie spalle guardando curiose e meravigliate un ciclista che rigonfia di Poesia un nuovo pneumatico-ideale. F. Tommaso Marinetti, Teoria e invenzione futurista, (Tomo 8, p. 245) Milano, Mondadori, 1968 http://www.tesionline.it/default/tesi.asp?idt=1674
5 Guardi chi passa nella grande estate: / la bicicletta tinnula, il gran carro / tondo di fieno, bimbi, uccelli, il frate / curvo, il ramarro. Giovanni Pascoli La rosa delle siepi, in Odi e Inni, Milano, Mondadori, 1974 http://www.fondazionepascoli.it/Poesie/29bici.htm ... La piccola lampada brilla / per mezzo all'oscura città. / Più lenta la piccola squilla / dà un palpito, e va... / dlin... dlin... Giovanni Pascoli La bicicletta, in Canti di Castelvecchio, BUR, Milano 2002 http://www.fondazionepascoli.it/Poesie/ode_27.htm
6 ...rapidamente in vista apparve una ciclista a sommo del pendio... Condussi nell' ascesa / la bicicletta accesa d' un gran mazzo di rose … Dalle mie mani, in fretta, / tolse la bicicletta. E non mi disse grazie. / Non mi parlò. D'un balzo salì, prese l'avvio; / la macchina il fruscio ebbe d'un piede scalzo, / d'un batter d'ali ignote, come seguita a lato / da un non so che d'alato volgente con le rote Guido Gozzano, Le due strade, in I colloqui, Milano, Garzanti, 1949 http://www.guidogozzano.martinosanna.de/testi/vr03_le_due_strade.php
7 La mia ruota in ogni raggio /è temprata dal coraggio /e sul cerchio in piedi splende /la fortuna senza bende. Gabriele
d'Annunzio :
8 ... Dall'alto giù per la china ripida / o corridore tu voli in ritmo / infaticabile. Bronzeo il tuo corpo dal turbine / tu vieni nocchiero del cuore insaziato / Sotto la rupe alpestre tra grida di turbe rideste... / Fuggisti nell'onda di grido fremente, col cuore dei mille con te. / Come di fiera in caccia di dietro ti vola una turba. Dino Campana, Il più lungo giorno, Firenze, Vallecchi, 1974 http://www.liberliber.it/biblioteca/c/campana/inediti/pdf/inedit_p.pdf
9 Partiti in bicicletta da Firenze, erano ormai dieci giorni che io e il mio amico Giulio Grandi giravamo l'Emilia; e siccome l'indomani egli doveva trovarsi in ufficio, alle Poste, partimmo, benché piovesse a dirotto, da Faenza, per tornare a tempo. Ma s'era già di novembre; e il cielo tutto bigio, con le strade fangose e piene di pozzanghere; gli alberi ormai con poche foglie gialle; e i primi monti dell'Appennino, su per la lunga salita, attaccati alle nebbie. [...] Vedevo soltanto la sua maglia sbiadita e i suoi capelli impillaccherati sotto il berretto senza ormai più colore. Federigo Tozzi, (Un’osteria), Opere, Mondadori, 1987
10 SCANDALO: Per una bicicletta azzurra, / Livorno come sussurra / Come s'unisce al brusio / dei raggi, il mormorio / Annina sbucata all'angolo / ha alimentato lo scandalo. / Ma quando mai s'era vista, / in giro, una ciclista? Giorgio Caproni, (da Versi Livornesi) Il seme del piangere, Garzanti 1959 ULTIMA PREGHIERA: Anima
mia, fa' in fretta. / Ti presto la bicicletta, / ma corri. E con la gente
/ (ti prego, sii prudente) / non ti fermare a parlare / smettendo di
pedalare. Giorgio Caproni, Il seme del piangere, Garzanti 1959 http://www.miserabili.com/2004/09/14/lettura_di_ultima_preghiera_di.html
11 CANTO DEI CICLISTI (Immer zu ! Sempre avanti! GOETHE): Avanti, avanti! Rapidi / precipitando a volo / noi divoriam lo spazio / radendo appena il suolo, / ed irruente palpita / pieno d'ebbrezza il cor. /Non può corsier contendere / D'agile forza e snella / Non può con noi, di fulgida / Macchina curvi in sella / Né della corsa il nobile /Torci supremo onor/ E salir monti e scendere, / ne 'l divin sole immersi, / cento ammirar spettacoli / di natura diversi, / gaudio e vigore attingere, / cercati altrove invan. Vittorio Betteloni, Opere complete a cura di M. Bonfantini, Milano, Mondadori, 1946 http://books.google.it/books?id=gK5ablFUTiYC&pg=RA2-PA89&lpg=RA2-PA89#v=onepage&q=&f=false
12 Fu così che cominciarono (…) le
nostre lunghe scorribande a due. Le prime volte prendevamo le biciclette.
Essendo il giardino grande (…) la bicicletta era a dir poco
indispensabile... E’ nuova, una Wolsit: col fanalino elettrico, la
borsetta dei ferri, la pompa... Giorgio Bassani, Il giardino dei Finzi-Contini http://biciclopedia.splinder.com/tag/letteratura+e+bicicletta
13 Le biciclette non sono soltanto termodinamicamente efficienti, costano anche poco. Avendo un salario assai inferiore, il cinese per comprarsi una bicicletta che gli durerà a lungo spende una frazione delle ore di lavoro che un americano dedica all'acquisto di un'auto destinata a invecchiare rapidamente. Il rapporto tra il costo dei servizi pubblici richiesti dal traffico ciclistico e il prezzo di un'infrastruttura adatta alle alte velocità, è proporzionalmente ancora minore della differenza di prezzo tra i veicoli usati nei due sistemi. Nel sistema basato sulla bicicletta, occorrono strade apposite solo in certi punti di traffico denso, e le persone che vivono lontano dalle superfici in piano non sono per questo automaticamente isolate come lo sarebbero se dipendessero dagli automezzi o dai treni. La bicicletta ha ampliato il raggio d'azione dell'uomo senza smistarlo su strade non percorribili a piedi. Dove egli non può inforcare la sua bici, può di solito spingerla. Inoltre la bicicletta richiede poco spazio. Se ne possono parcheggiare diciotto al posto di un'auto, se ne possono spostare trenta nello spazio divorato da un'unica vettura. Per portare quarantamila persone al di là di un ponte in un'ora, ci vogliono tre corsie di una determinata larghezza se si usano treni automatizzati, quattro se ci si serve di autobus, dodici se si ricorre alle automobili, e solo due corsie se le quarantamila persone vanno da un capo all'altro pedalando in bicicletta. Di tutti questi veicoli, soltanto la bicicletta permette realmente alla gente di andare da porta a porta senza camminare. Il ciclista può raggiungere nuove destinazioni di propria scelta senza che il suo strumento crei nuovi posti a lui preclusi. ... Le biciclette permettono di spostarsi più velocemente senza assorbire quantità significative di spazio, energia o tempo scarseggianti. Si può impiegare meno tempo a chilometro e tuttavia percorrere più chilometri ogni anno. Si possono godere i vantaggi delle conquiste tecnologiche senza porre indebite ipoteche sopra gli orari, l'energia e lo spazio altrui. Si diventa padroni dei propri movimenti senza impedire quelli dei propri simili. Si tratta d'uno strumento che crea soltanto domande che è in grado di soddisfare. Ogni incremento di velocità dei veicoli a motore determina nuove esigenze di spazio e di tempo: l'uso della bicicletta ha invece in sé i propri limiti. Essa permette alla gente di creare un nuovo rapporto tra il proprio spazio e il proprio tempo, tra il proprio territorio e le pulsazioni del proprio essere, senza distruggere l'equilibrio ereditario. I vantaggi del traffico moderno autoalimentato sono evidenti, e tuttavia vengono ignorati. Che il traffico migliore sia quello più veloce lo si afferma, ma non lo si è mai dimostrato. Prima di chiedere alla gente di pagare, i fautori dell'accelerazione dovrebbero cercare di esibire le prove a sostegno di quanto pretendono. ... Un paese si può definire sottoattrezzato quando non è in grado di dotare ogni cittadino d'una bicicletta Ivan Illich, Elogio della bicicletta, Bollati Boringhieri, 2007 http://www.traccefresche.info/monografie/illich_bici.html
14 Bicicletta / Bicicletta / due ruote / leggere /
due pensieri / rotondi / pieni di luce / Roberto Piumini, da Io mi ricordo, Nuove Ediz. Romane 1989 http://www.bim.comune.imola.bo.it/documenti/8537/0/Array/9380
15 Il rumore della dinamo. Quel fruscio leggero che frena e sfrega
con un ronzio la ruota. Era tanto che non andavamo più in bicicletta tra
il lusco e il brusco. È passata una macchina strombazzando, allora
abbiamo ritrovato un antico gesto: chinarsi all'indietro con la mano
destra brancolante e spingere il tasto - a distanza dai raggi,
naturalmente. Lieti di far scattare il dolce assenso della bottiglia di
latte che si inclina verso la ruota. Il sottile fascio di luce gialla del
faro rende la notte tutta blu. Ma è la musica che conta. Sembra che ci
sia sempre stato quel leggero frr, frr rassicurante, diventiamo la nostra
centrale elettrica personale, a pedalate rotonde. Non è lo sfregamento
del parafango spostato. No, l' aderenza gommata del pneumatico al tappo
rigato della dinamo dà la sensazione di un benefico intorpidimento più
che di un intralcio. Intorno la campagna si addormenta sotto la vibrazione
regolare. Philippe Delerm La prima sorsata di birra e altri piccoli piaceri della vita Frassinelli, 1998 http://kidslink.bo.cnr.it/irrsaeer/res/bici/delerm.html
16 Schizzava via come una revolverata dai
viali, svoltava a destra per via San Mamolo, quindi, se non c'era
traffico, all'altezza del baracchino dei gelati infilava, saettando come
nessuno, la via Codivilla. Sul tratto in pianura accelerava al massimo,
poi attaccava la salita di potenza sotto gli occhi sorprendentemente
indifferenti dei rari passanti e automobilisti che scendevano
anestetizzati incontro alla città. Cercava di tenere il rapporto di
pianura, che ha il passo lungo e ti fa fare più strada, fin dove gli era
possibile; poi si alzava a pedalare in piedi con tutta la bici che ballava
sotto; quando sentiva che la pendenza diventava troppo forte, quando
capiva che dopo altre due o tre pedalate avrebbe dovuto appoggiare un
piede a terra, lungo la curva, di solito al primo cartello di divieto di
sosta permanente, si piegava sul cannone e col pollice faceva scattare il
cambio: la catena saltava sulla corona più piccola, le gambe
ricominciavano a macinare; lui si spostava sul cordolo, al limite
dell'asfalto, per evitare ogni palmo di strada superfluo: all'uscita della
curva, poteva riprendere a pedalare restando seduto. (…) Enrico Brizzi Jack Frusciante è uscito dal gruppo, Baldini Castoldi Dalai, 2006 http://www.ibs.it/code/9788884909411/brizzi-enrico/jack-frusciante-uscito
17 Marc Augé Il bello della bicicletta, Bollati
Boringhieri 2009 http://sociologia.tesionline.it/sociologia/intervista.jsp?id=3533
18 Nello Bertellini Scrittori della bicicletta : http://books.google.it/books?id=9A0U6REtyBAC&lpg=PA82&ots=gJJb3s3St0&dq="Scrittori della bicicletta"%2B"Nello Bertellini"&pg=PA47#v=onepage&q="Scrittori della bicicletta" +"Nello Bertellini"&f=false
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Altri riferimenti bibliografici:
http://www.bibliotecamontebelluna.it/index.php?page=proposteperleggere&node=bibliografie&id=62
http://www.italiainbici.it/bibliogr.html
http://espresso.repubblica.it/dettaglio-archivio/163519
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