Dalla strada alla carta (e non solo)

 

Nella rete numerosi ed autorevoli sono i riferimenti ad autori o a testi letterari (di epoca e caratura quanto mai varia)  per i quali, in qualche misura, la bicicletta rappresenta se non la protagonista o la musa ispiratrice, almeno una "presenza" significativa: da Oriani 1 a Camilleri 2 , passando per Jarry 3, Marinetti 4, Pascoli 5, Gozzano 6, D'Annunzio 7, Campana 8, Tozzi 9,  Caproni 10, Betteloni 11, Bassani 12, Illich 13, Piumini 14, Delerm 15, Brizzi 16, Augé 17...  E' sufficiente inserire parole-chiave come letteratura, bicicletta o ciclismo in un qualunque motore di ricerca, che si è sommersi da un profluvio di siti specializzati o generici sull'argomento.

Sui rapporti tra bici e letteratura non mancano le tesi di laurea né gli studi approfonditi, come "La bicicletta nella letteratura - Note in margine" (nei cui confronti questa pagina è particolarmente debitrice) di Giovanna Bosi Maramotti o "Bicicletta: il mito e la poesia" di Susanna Barsella (Italica, 1999) o ancora "Il calcio e il ciclismo nella letteratura italiana del Novecento" di AA.VV. (Manni, 2005) e perfino le attenzioni dei blogger.
Un testo che fornisce un'ampia raccolta di brani in prosa e in poesia dedicati alle due ruote è "Scrittori della bicicletta", a cura di Nello Bertellini 18 (Firenze, Vallecchi, 1985), come anche
"Racconti di ciclismo", di Giuseppe Brunamontini (Milano, Garzanti, 1977); oppure si può attingere direttamente ad elenchi più  aggiornati in Internet (in cui, per inciso, si trovano perfino dizionari multilingue sui vocaboli riguardanti la bicicletta).

Per onestà occorrerebbe prendere in considerazione anche quella branca particolare della letteratura "ciclistica" o comunque sportiva rappresentata dagli articoli apparsi sui quotidiani  fino al secondo dopoguerra e firmati da autentici scrittori prestati temporaneamente al giornalismo sportivo, quali  Pascoli, De Amicis, Fucini, Guerrini, Panzini, Giacosa, Vergani, Comisso, Gatto, Malaparte, Buzzati, Pratolini, Soldati, Brera etc. 

La bicicletta, infine, ha lasciato traccia pure nei settori più disparati:  dall'arte (compresa la Mail Art)  al design  finalizzato  al riciclaggio  di parti  di bicicletta,  per finire   ai movimenti di contestazione giovanile pre-sessantottesca come quello olandese dei Provos (ciclo-contestatari anarco-dadaisti, in qualche misura antenati delle contemporanee CM), con le loro biciclette bianche, alle quali peraltro si ispirò anche Guccini con il suo brano Le biciclette bianche eseguito negli anni '60 dalla Caselli. 
Infine, è superfluo ricordare come e quanto alla bicicletta e ancor più alla sua epopea e ai suoi eroi siano debitori sia il mondo della musica del '900, che quello del cinema.

Testi e riferimenti

1 Andarsene ovunque, ad ogni momento, arrestandosi alla prima velleità di un capriccio [...] 

senza preoccupazioni come per un cavallo, senza servitù come in treno [...] Partire alla ventura, attendere dal capriccio l'ispirazione, essere più rapidi di un cavallo senza sentirci mai stanchi, arrestarci dappertutto, su qualunque strada, e giunti non serbare alcuna preoccupazione del viaggio compiuto e del come ricominciarlo, ecco il sogno. La bicicletta è così. La sua velocità rivaleggia con quella del vapore, mentre la sua fatica resta un giuoco: è piccola, lieve, muta. Vi si è in bilico, eppure si cessa di avvertirlo: può salire e discendere per qualunque strada, altrimenti la si piglia sotto un braccio e si prosegue egualmente spediti.

Alfredo Oriani, Viaggio in bicicletta con altri scritti di viaggio, Bologna, ed. M. Boni, 1986
http://www.zerolire.org/inbici/bosi.htm e http://www.fondazionecasadioriani.it/modules.php?name=IlCardello&cid=4
mentre il diario del suo viaggio fra Toscana e Romagna del 1897, "Sul pedale", è scaricabile in http://www.zerolire.org/inbici/pedaloriani.htm

 2 Andrea Camilleri ha raccontato recentemente di un suo avventuroso viaggio in bicicletta alla ricerca del padre nella Sicilia del '43: "Ce l'hai una bicicletta?". "Ne ho due". Una la presi io e l'altra mio cugino Alfredo. Erano di una marca che non avevo mai sentito nominare, ma mi diedero a prima vista un'impressione di solidità, davano sicuro affidamento. Salutati i parenti, iniziammo il disagiato viaggio verso Porto Empedocle. Non c'era più asfalto, se l'erano portato via i cingoli dei carri armati e il suolo era letteralmente coperto da frammenti metallici. Pensai che avrei forato almeno un centinaio di volte prima di arrivare. Il viaggio si prospettò subito irto di difficoltà perché procedevamo in senso inverso a un flusso ininterrotto di camion, jeep e carri armati americani che spesso e volentieri ci buttavano fuori strada.
A metà del percorso Alfredo non se la sentì di proseguire con quel ritmo e decise di prendersela con calma. Io invece proseguii alla disperata. Ricordo che attraversai un tratto attorno al quale si era svolta una battaglia tra carri armati, gli alberi erano stati tutti troncati e bruciati, c'erano quattro nostri carri sventrati ... la stanchezza della lunga corsa in bicicletta mi crollò addosso di colpo. Per percorrere (in discesa!) i sei chilometri da Agrigento a Porto Empedocle ci impiegai quasi quanto ci avevo messo a fare la strada da Serradifalco ad Agrigento!
Non forai mai, la bicicletta non subì nessun guasto meccanico. Un miracolo che si ripetè quattro giorni dopo quando rifeci la stessa strada per andare a dire a mia madre che papà era vivo. Ma che splendida bicicletta! Era robustissima e leggera, elegante, funzionale...

in:  http://www.vigata.org/rassegna_stampa/2008/mag08.shtml 

 

 3 Di Alfred Jarry, il fondatore della patafisica, è nota la  passione per la bici (definita il suo unico giocattolo e, tra l'altro, misteriosamente scomparsa nel nulla alla sua morte), che è stata recentemente oggetto di studio, tanto da dar luogo all' evento della presentazione del non-libro, dedicato appunto alla "Bicicletta patafisica"

 

 4 La bici è poesia - I paracarri attenti cronometrizzano la corsa. Il mio corpo raccolto e compatto si geometrizza secondo i piani e le forze della bicicletta; ne vive la precisione meccanica di gambe-bielle salire scendere instancabili cocciute. (Essere una macchina precisa infallibile annusatrice predatrice di velocità, godere cantare tutto il poema nascosto nelle molecole d’acciaio), in uno scenario dove Tutte le Ombre della Notte raccolte chinate attorno a me si protendono dietro le mie spalle guardando curiose e meravigliate un ciclista che rigonfia di Poesia un nuovo pneumatico-ideale.

F. Tommaso Marinetti, Teoria e invenzione futurista, (Tomo 8, p. 245) Milano, Mondadori, 1968  http://www.tesionline.it/default/tesi.asp?idt=1674 

 

 5 Guardi chi passa nella grande estate: / la bicicletta tinnula, il gran carro / tondo di fieno, bimbi, uccelli, il frate / curvo, il ramarro.

Giovanni Pascoli La rosa delle siepi, in Odi e Inni, Milano, Mondadori, 1974 

http://www.fondazionepascoli.it/Poesie/29bici.htm 

... La piccola lampada brilla / per mezzo all'oscura città. / Più lenta la piccola squilla / dà un palpito, e va... / dlin... dlin...

Giovanni Pascoli La bicicletta, in Canti di Castelvecchio, BUR, Milano 2002 

http://www.fondazionepascoli.it/Poesie/ode_27.htm

 

 6 ...rapidamente in vista apparve una ciclista a sommo del pendio... Condussi nell' ascesa / la bicicletta accesa d' un gran mazzo di rose … Dalle mie mani, in fretta, / tolse la bicicletta. E non mi disse grazie. / Non mi parlò. D'un balzo salì, prese l'avvio; / la macchina il fruscio ebbe d'un piede scalzo, / d'un batter d'ali ignote, come seguita a lato / da un non so che d'alato volgente con le rote

Guido Gozzano, Le due strade, in I colloqui, Milano, Garzanti, 1949 http://www.guidogozzano.martinosanna.de/testi/vr03_le_due_strade.php 

 

 7 La mia ruota in ogni raggio /è temprata dal coraggio /e  sul cerchio in piedi splende  /la fortuna senza bende.   

Gabriele d'Annunzio
questi quattro versi sono scolpiti sul retro del monumento al bersagliere 
a celebrare la presa di Porta Pia da parte di questo corpo

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/09/24/porta-pia-il-bersagliere-la-sua-storia.html  

 

  8 ... Dall'alto giù per la china ripida / o corridore tu voli in ritmo / infaticabile. Bronzeo il tuo corpo dal turbine / tu vieni nocchiero del cuore insaziato / Sotto la rupe alpestre tra grida di turbe rideste... / Fuggisti nell'onda di grido fremente, col cuore dei mille con te. / Come di fiera in caccia di dietro ti vola una turba.

Dino Campana, Il più lungo giorno, Firenze, Vallecchi, 1974

http://www.liberliber.it/biblioteca/c/campana/inediti/pdf/inedit_p.pdf 

 

 9 Partiti in bicicletta da Firenze, erano ormai dieci giorni che io e il mio amico Giulio Grandi giravamo l'Emilia; e siccome l'indomani egli doveva trovarsi in ufficio, alle Poste, partimmo, benché piovesse a dirotto, da Faenza, per tornare a tempo. Ma s'era già di novembre; e il cielo tutto bigio, con le strade fangose e piene di pozzanghere; gli alberi ormai con poche foglie gialle; e i primi monti dell'Appennino, su per la lunga salita, attaccati alle nebbie. [...] Vedevo soltanto la sua maglia sbiadita e i suoi capelli impillaccherati sotto il berretto senza ormai più colore.

Federigo Tozzi, (Un’osteria), Opere, Mondadori, 1987
http://www.tellusfolio.it/index.php?prec=%2Findex.php%3Flev%3D82&cmd=v&id=8145

 

10 SCANDALO:    Per una bicicletta azzurra, / Livorno come sussurra / Come s'unisce al brusio / dei raggi, il mormorio / Annina sbucata all'angolo / ha alimentato lo scandalo. / Ma quando mai s'era vista, / in giro, una ciclista?

Giorgio Caproni, (da Versi Livornesi)  Il seme del piangere, Garzanti 1959

http://books.google.it/books?id=SRhqzzd3L9IC&printsec=frontcover&source=gbs_navlinks_s#v=onepage&q=caproni

ULTIMA PREGHIERA:   Anima mia, fa' in fretta. / Ti presto la bicicletta, / ma corri. E con la gente / (ti prego, sii prudente) / non ti fermare a parlare / smettendo di pedalare.
Arriverai a Livorno, / vedrai, prima di giorno. / Non ci sarà nessuno / ancora, ma uno / per uno guarda chi esce / da ogni portone, e aspetta / (mentre odora di pesce / e di notte il selciato) / la figura netta, / nel buio, volta al mercato.
Io so che non potrà tardare / oltre quel primo albeggiare. / Pedala, vola. E bada / (un nulla potrebbe bastare) / di non lasciarti sviare / da un'altra, sulla stessa strada.
Livorno, come aggiorna, / col vento una torma / popola di ragazze / aperte come le sue piazze.
Ragazze grandi e vive / ma, attenta!, così sensitive / di reni (ragazze che hanno, / si dice, una dolcezza / tale nel petto, e tale / energia nella stretta) / che, se dovessi arrivare / col bianco vento che fanno, / so bene che andrebbe a finire / che ti lasceresti rapire.
Mia anima, non aspettare, / no, il loro apparire. / Faresti così fallire / con dolore il mio piano, / ed io un'altra volta Annina, / di tutte la più mattutina, / vedrei anche a te sfuggita, / ahimè, come già la vita.
Ricòrdati perché ti mando; / altro non ti raccomando. / Ricordati che ti dovrà apparire / prima di giorno, e spia / (giacché, non so più come, / ho scordato il portone) / da un capo all'altra la via, / da Cors'Amedeo al Cisternone.
Porterà uno scialletto / nero, e una gonna verde. / Terrà stretto sul petto / il borsellino, e d'erbe / già sapendo e di mare / rinfrescato il mattino, / non ti potrai sbagliare / vedendola attraversare.
Seguila prudentemente, / allora, e con la mente / all'erta. E, circospetta, / buttata la sigaretta, / accòstati a lei soltanto, / anima, quando il mio pianto / sentirai che di piombo / è diventato in fondo / al mio cuore lontano.
Anche se io, così vecchio, / non potrò darti mano, / tu mórmorale all'orecchio / (più lieve del mio sospiro, / messole un braccio in giro / alla vita) in un soffio / ciò ch'io e il mio rimorso, / pur parlassimo piano, / non le potremmo mai dire / senza vederla arrossire.
Dille chi ti ha mandato: / suo figlio, il suo fidanzato. / D'altro non ti richiedo. / Poi va' pure in congedo.

Giorgio Caproni, Il seme del piangere, Garzanti 1959

http://www.miserabili.com/2004/09/14/lettura_di_ultima_preghiera_di.html

 

11 CANTO DEI CICLISTI (Immer zu ! Sempre avanti! GOETHE):   Avanti, avanti! Rapidi / precipitando a volo / noi divoriam lo spazio / radendo appena il suolo, / ed irruente palpita / pieno d'ebbrezza il cor. /Non può corsier contendere / D'agile forza e snella / Non può con noi, di fulgida / Macchina curvi in sella / Né della corsa il nobile /Torci supremo onor/  E salir monti e scendere, / ne 'l divin sole immersi, / cento ammirar spettacoli / di natura diversi, / gaudio e vigore attingere, / cercati altrove invan.

Vittorio Betteloni, Opere complete a cura di M. Bonfantini, Milano, Mondadori, 1946

http://books.google.it/books?id=gK5ablFUTiYC&pg=RA2-PA89&lpg=RA2-PA89#v=onepage&q=&f=false 

 

12 Fu così che cominciarono (…) le nostre lunghe scorribande a due. Le prime volte prendevamo le biciclette. Essendo il giardino grande (…) la bicicletta era a dir poco indispensabile... E’ nuova, una Wolsit: col fanalino elettrico, la borsetta dei ferri, la pompa... 
Splendida notte di luna, gelida, limpidissima. Per le vie non passava nessuno o quasi, e corso Giovecca e corso Ercole I d’Este, lisci, sgombri, e d’un biancore quasi salino, mi si aprivano dinnanzi come due grandi piste.  Pedalavo al centro della strada, in piena luce, con le orecchie indolenzite dal gelo; ma a cena avevo bevuto parecchi bicchieri di vino, e il freddo non lo sentivo. (da: http://biciclopedia.splinder.com/tag/romanzi+e+bicicletta)

Giorgio Bassani, Il giardino dei Finzi-Contini   http://biciclopedia.splinder.com/tag/letteratura+e+bicicletta 

 

13 Le biciclette non sono soltanto termodinamicamente efficienti, costano anche poco. Avendo un salario assai inferiore, il cinese per comprarsi una bicicletta che gli durerà a lungo spende una frazione delle ore di lavoro che un americano dedica all'acquisto di un'auto destinata a invecchiare rapidamente. Il rapporto tra il costo dei servizi pubblici richiesti dal traffico ciclistico e il prezzo di un'infrastruttura adatta alle alte velocità, è proporzionalmente ancora minore della differenza di prezzo tra i veicoli usati nei due sistemi. Nel sistema basato sulla bicicletta, occorrono strade apposite solo in certi punti di traffico denso, e le persone che vivono lontano dalle superfici in piano non sono per questo automaticamente isolate come lo sarebbero se dipendessero dagli automezzi o dai treni. La bicicletta ha ampliato il raggio d'azione dell'uomo senza smistarlo su strade non percorribili a piedi. Dove egli non può inforcare la sua bici, può di solito spingerla.

Inoltre la bicicletta richiede poco spazio. Se ne possono parcheggiare diciotto al posto di un'auto, se ne possono spostare trenta nello spazio divorato da un'unica vettura. Per portare quarantamila persone al di là di un ponte in un'ora, ci vogliono tre corsie di una determinata larghezza se si usano treni automatizzati, quattro se ci si serve di autobus, dodici se si ricorre alle automobili, e solo due corsie se le quarantamila persone vanno da un capo all'altro pedalando in bicicletta. Di tutti questi veicoli, soltanto la bicicletta permette realmente alla gente di andare da porta a porta senza camminare. Il ciclista può raggiungere nuove destinazioni di propria scelta senza che il suo strumento crei nuovi posti a lui preclusi.

...  Le biciclette permettono di spostarsi più velocemente senza assorbire quantità significative di spazio, energia o tempo scarseggianti. Si può impiegare meno tempo a chilometro e tuttavia percorrere più chilometri ogni anno. Si possono godere i vantaggi delle conquiste tecnologiche senza porre indebite ipoteche sopra gli orari, l'energia e lo spazio altrui. Si diventa padroni dei propri movimenti senza impedire quelli dei propri simili. Si tratta d'uno strumento che crea soltanto domande che è in grado di soddisfare. Ogni incremento di velocità dei veicoli a motore determina nuove esigenze di spazio e di tempo: l'uso della bicicletta ha invece in sé i propri limiti. Essa permette alla gente di creare un nuovo rapporto tra il proprio spazio e il proprio tempo, tra il proprio territorio e le pulsazioni del proprio essere, senza distruggere l'equilibrio ereditario. I vantaggi del traffico moderno autoalimentato sono evidenti, e tuttavia vengono ignorati. Che il traffico migliore sia quello più veloce lo si afferma, ma non lo si è mai dimostrato. Prima di chiedere alla gente di pagare, i fautori dell'accelerazione dovrebbero cercare di esibire le prove a sostegno di quanto pretendono.

... Un paese si può definire sottoattrezzato quando non è in grado di dotare ogni cittadino d'una bicicletta

Ivan Illich, Elogio della bicicletta, Bollati Boringhieri, 2007

http://www.traccefresche.info/monografie/illich_bici.html 

 

14 Bicicletta / Bicicletta / due ruote / leggere / due pensieri / rotondi / pieni di luce / 
per capire la strada / e sapere / dove conduce. / Bicicletta / due ruote / sottili / due idee / rotonde / piene di vento / per pensare discese / e sapere / la gioia e lo spavento. / Bicicletta / due ruote / leggere / due parole / rotonde / piene di festa / per parlare col mondo / e sapere / quanto ne resta.

Roberto Piumini, da Io mi ricordo, Nuove Ediz. Romane 1989

http://www.bim.comune.imola.bo.it/documenti/8537/0/Array/9380 

 

15 Il rumore della dinamo.  Quel fruscio leggero che frena e sfrega con un ronzio la ruota. Era tanto che non andavamo più in bicicletta tra il lusco e il brusco. È passata una macchina strombazzando, allora abbiamo ritrovato un antico gesto: chinarsi all'indietro con la mano destra brancolante e spingere il tasto - a distanza dai raggi, naturalmente. Lieti di far scattare il dolce assenso della bottiglia di latte che si inclina verso la ruota. Il sottile fascio di luce gialla del faro rende la notte tutta blu. Ma è la musica che conta. Sembra che ci sia sempre stato quel leggero frr, frr rassicurante, diventiamo la nostra centrale elettrica personale, a pedalate rotonde. Non è lo sfregamento del parafango spostato. No, l' aderenza gommata del pneumatico al tappo rigato della dinamo dà la sensazione di un benefico intorpidimento più che di un intralcio. Intorno la campagna si addormenta sotto la vibrazione regolare.
Riaffiorano allora i mattini dell' infanzia, la strada della scuola con il ricordo delle dita gelate. Le sere estive quando andavamo a prendere il latte alla fattoria vicina - in contrappunto il traballare del recipiente di metallo con la catenella dondolante. Le albe di partenza per la pesca, con la casa addormentata alle spalle e le canne di bambù leggere che si urtano. La dinamo apre sempre la via di una libertà da assaporare nel quasi grigio, nel non del tutto viola. È fatta per pedalare piano piano, calmi calmi, attenti allo snodarsi del meccanismo pneumatico. Con sottofondo di dinamo, ci si sposta sicuri, alla cadenza di un motore di vento che macina come se nulla fosse le strade della memoria.

Philippe Delerm La prima sorsata di birra e altri piccoli piaceri della vita Frassinelli, 1998 http://kidslink.bo.cnr.it/irrsaeer/res/bici/delerm.html

 

16 Schizzava via come una revolverata dai viali, svoltava a destra per via San Mamolo, quindi, se non c'era traffico, all'altezza del baracchino dei gelati infilava, saettando come nessuno, la via Codivilla. Sul tratto in pianura accelerava al massimo, poi attaccava la salita di potenza sotto gli occhi sorprendentemente indifferenti dei rari passanti e automobilisti che scendevano anestetizzati incontro alla città. Cercava di tenere il rapporto di pianura, che ha il passo lungo e ti fa fare più strada, fin dove gli era possibile; poi si alzava a pedalare in piedi con tutta la bici che ballava sotto; quando sentiva che la pendenza diventava troppo forte, quando capiva che dopo altre due o tre pedalate avrebbe dovuto appoggiare un piede a terra, lungo la curva, di solito al primo cartello di divieto di sosta permanente, si piegava sul cannone e col pollice faceva scattare il cambio: la catena saltava sulla corona più piccola, le gambe ricominciavano a macinare; lui si spostava sul cordolo, al limite dell'asfalto, per evitare ogni palmo di strada superfluo: all'uscita della curva, poteva riprendere a pedalare restando seduto. (…)
Eh, adesso era quasi Coppi. Pedalava in piedi, inclinato in avanti, sporgendosi oltre il manubrio, mentre il sudore gli colava ai lati delle sopracciglia e dietro agli orecchi, mentre la maglietta aderiva alla schiena. Ancora pochi metri, ancora pochi metri soltanto….

Enrico Brizzi Jack Frusciante è uscito dal gruppo, Baldini Castoldi Dalai, 2006

  http://www.ibs.it/code/9788884909411/brizzi-enrico/jack-frusciante-uscito 

 

17 Marc Augé  Il bello della bicicletta, Bollati Boringhieri 2009
Credo che la bicicletta è mitica per diversi aspetti. Rinvia al nostro passato mitico perché siamo tutti andati in bicicletta da adolescenti; è mitica perché è associata a grandi eventi sportivi avvenuti nel tempo e che hanno mosso l'attenzione di popoli interi; è epica perché ha visto affrontarsi campioni in duelli che erano appassionanti almeno quanto le storie dell'Iliade.
La bicicletta è un mito radicato, come tutti i miti nella esperienza quotidiana di ciascuno, perché permette di riallacciare con il passato e l'ideale.
Poi c'è un'aspetto più concreto che è quello di riscoprire le dimensioni di spazio e tempo. Non è la stessa cosa attraversare la città con un mezzo pubblico, in macchina o in bicicletta: in tutti i casi si va più veloci che a piedi ma con la bicicletta si ricreano degli itinerari diversi, ovvero si reinventano i propri percorsi... su questo piano c'è un parallelismo possibile tra il ciclismo e la scrittura ed è molto importante di questi tempi di riscoperta delle grandi dimensioni simboliche di spazio e tempo che cambia.

http://sociologia.tesionline.it/sociologia/intervista.jsp?id=3533 

 

18 Nello Bertellini  Scrittori della bicicletta :  http://books.google.it/books?id=9A0U6REtyBAC&lpg=PA82&ots=gJJb3s3St0&dq="Scrittori della bicicletta"%2B"Nello Bertellini"&pg=PA47#v=onepage&q="Scrittori della bicicletta" +"Nello Bertellini"&f=false

 

 

Altri riferimenti bibliografici: 

http://www.bibliotecamontebelluna.it/index.php?page=proposteperleggere&node=bibliografie&id=62

http://www.italiainbici.it/bibliogr.html

http://espresso.repubblica.it/dettaglio-archivio/163519

Ipse Dixit - citazioni e detti sul viaggiare

Per correzioni, ampliamenti o suggerimenti sarò grato a chi vorrà scrivermi al mio indirizzo elettronico:

 

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