"In
bicicletta, per cambiare la vita!
Il ciclismo come forma di umanesimo.”
L' intellettuale contemporaneo, Marc Augé (Poitiers, 1935), noto filosofo, etnologo e antropologo, è l'autore della teoria "dei non-luoghi", spazi anonimi (autostrade, centri commerciali, aeroporti, catene di hotel o fast food, negozi in franchising, luoghi di divertimento), ad alto livello di efficienza e tecnologia, magari, ma spersonalizzati e standardizzati, privi di memoria e attraversati freneticamente da individui sostanzialmente smarriti e soli anche quando si muovono a gruppi, perché incapaci di relazioni sociali, la cui solitudine esistenziale è cresciuta, paradossalmente, con lo sviluppo dei mezzi di comunicazione. Idee, queste, che riprende nel suo recente libro "il bello della bicicletta" (Boringhieri, 2009), un elogio della bici come mezzo di trasporto che permette il libero utilizzo degli spazi con tempi più lenti e sostenibili. Augé, infatti, vede nella bicicletta (e, di conseguenza, nella crescente diffusione di piste ciclabili che impongono di ripensare e ridisegnare le città dal punto di vista architettonico e urbanistico) la soluzione al problema della sostenibilità ambientale e della vivibilità soprattutto nelle città: al centro della sua analisi, infatti, c'è Parigi, ma sono italiani (almeno stavolta, in positivo!) gli esempi di riferimento: Modena, Parma, Bologna...
Questo mezzo di locomozione -sostiene, in una sorta di utopia ecologista e democratica- permette di recuperare il tempo, vivendo con lentezza e a misura d'uomo, di riappropriarci e godere liberamente di spazi altrimenti preclusi dalla frenesia del traffico, di riscoprire il principio di realtà e la propria individualità, di socializzare e di annullare le differenze socio-economiche, di recuperare la poesia della memoria e la dimensione mitico-epica del passato (del resto già Roland Barthes aveva parlato del ciclismo come epopea, individuando nei ciclisti gli eroi omerici di oggi), dando così vita ad un nuovo umanesimo. Non per nulla, infatti, il il libro termina con le frasi: “In bicicletta per cambiare la vita! Il ciclismo come forma di umanesimo”.
I brani seguenti sono estratti dal suo libro o da interviste
"L’attuale successo della bicicletta, in particolare tra i giovani, è rivelatore. Ha il significato di un sintomo. In effetti, oggi, quello che ci sfugge più di tutto, in un mondo di immagini e di messaggi, è il principio di realtà."
"
... la bicicletta è mitica per diversi aspetti. Rinvia al nostro passato
mitico perché siamo tutti andati in bicicletta da adolescenti; è mitica perché
è associata a grandi eventi sportivi avvenuti nel tempo e che hanno mosso
l'attenzione di popoli interi; è epica perché ha visto affrontarsi campioni in
duelli che erano appassionanti almeno quanto le storie dell'Iliade.
La bicicletta è un mito radicato, come tutti i miti nella esperienza quotidiana
di ciascuno, perché permette di riallacciare con il passato e l'ideale.
Poi c'è un aspetto più concreto, che è quello di riscoprire le dimensioni di
spazio e tempo. Non è la stessa cosa attraversare la città con un mezzo
pubblico, in macchina o in bicicletta: in tutti i casi si va più veloci che a
piedi, ma con la bicicletta si ricreano degli itinerari diversi, ovvero si
reinventano i propri percorsi... su questo piano c'è un parallelismo possibile
tra il ciclismo e la scrittura ed è molto importante di questi tempi di
riscoperta delle grandi dimensioni simboliche di spazio e tempo che cambia."
“La bicicletta è un mezzo educativo. Ne abbiamo più che mai bisogno. Non solo ci fa riscoprire il corpo. Il suo uso ci permette di misurare il tempo, cosa a cui non siamo più abituati nel nostro mondo digitale. Ci consente di attraversare spazi, che altrimenti non sarebbe possibile percorrere. Insomma ci dà un altro rapporto con lo spazio e con il tempo. Ci dà un senso di libertà prezioso, senza inquinare o danneggiare l’ambiente urbano, come fanno altri mezzi. Ci sono pure vantaggi economici, ma i più preziosi sono quelli sociali. La bicicletta è uno straordinario mezzo di socializzazione. Permette di incontrarsi. Può essere il cuore di un’utopia egualitaria e democratica, in grado di affermare un’identità individuale e di favorire l’attenzione verso gli altri, lo sviluppo della persona.”
Alcuni links:
Intervista video: http://www.youtube.com/watch?v=tnzxSs3Lrbg
Intervista audio: http://www.radioalt.it/radioalt/materiale/PrimPian/Auge.mp3
Intervista sul Messaggero: http://www.bollatiboringhieri.it/pdf/RassegnaStampa_276.pdf
Intervista all'AMI: http://www.agenziami.it/articolo/3785/Riscoprire+spazio+e+tempo/
Incontro con Augé al Salone del Libro di Torino: http://www.salonelibro.it/it/news-e-multimedia/notizie/10078-65-marc-auge-e-la-filosofia-della-bicicletta-.html
Presentazione del libro al Salone di Torino http://www.comunicatoripubblici.it/index.html?id=165&n_art=4585
Recensione su The Skira Yearbook of World Architecture: http://www.yskira.com/mag/2009/07/09/marc-auge-il-bello-della-biciclettabook-review/
Recensione su Recensione.blogspot.com: http://recensione.blogspot.com/2009/06/il-bello-della-bicicletta-di-marc-auge.html
Recensione su Minerva: http://www.minervariviste.com/la-rivista/recensioni/133-il-bello-della-bicicletta
Recensione su Ecquo: http://magazine.quotidianonet.ilsole24ore.com/ecquo/fiorillo/2009/05/28/pedalo-dunque-sono/
Recensione su Agenzia Radicale: http://www.agenziaradicale.com/index.php?option=com_content&task=view&id=8125&Itemid=58
Estratto (L'utopia) su Rete Lilliput-Modena: http://www.molilli.org/?p=608